Tempo imperfetto

L’ultima passeggiata. Sogno primordiale.
TEMPO IMPERFETTO- 2010-2014

“Faccio la mia passeggiata – essa mi porta un poco lontano – e a casa; poi, in silenzio e senza parole, mi ritrovo in disparte” /“Spesso mi vedo far cenni a me stesso – e a me stesso sfuggire.- (…) Sono destinato a vagare – in spazi dimenticati”.
Robert Walser – (dalla sua raccolta di Poesie)

Un giorno si è perso nel suo quartiere tornando a casa dal bar. Eravamo tornati ad accompagnarlo come lui faceva con noi.
Questa è una passeggiata con mio padre; l’ultima passeggiata che ho fatto con lui.
La malattia era già avanzata, sapevo che non avrebbe più avuto la forza di camminare. Non solo la memoria era stata danneggiata dall’Alzheimer, anche le gambe non erano più le stesse.
Sono passati 4 anni.
Sorrido se mi racconta le immagini che vorticano nei suoi pensieri. Un tempo imperfetto in cui alcune immagini appaiono e scompaiono nella sua memoria. Quando mi vede sorride.
L’altro giorno gli ho chiesto se ricordava quando andavamo al mare insieme. Mi ha detto che non andava mai al mare. Mio padre voleva tornare a casa, quella della sua infanzia.
Riconosce sempre il mio viso; mai il mio nome.
Ora è solo, solo in un mondo in cui tutti noi non riusciamo ad entrare. Ora è solo, in una struttura, fredda, in attesa di sorridere quando vede i suoi cari arrivare.
Io sono inadeguato. Troppo grosso il peso che ho lasciato sulle spalle di mia madre.
Troppo povero il mio aiuto.
A volte si innervosisce e il sogno diventa incubo. Basta confonderlo e tenergli le mani mentre con la doccia le infermiere gli lavano la testa.
Mio padre ha sempre amato il mare, amava la pesca, era la sua passione ed ogni giorno libero andava al mare. Quante mangiate nelle pinete a Lido delle Nazioni con gli amici del bar.
Ognuno di noi nasconde la sofferenze. Forse si è persa in quel tempo imperfetto insieme ai ricordi di una vita. Forse è solo un sogno.
Un tempo imperfetto.
Troppo pesante il silenzio da ascoltare. Troppo poche le parole da regalare. Vorrei sognare insieme a lui ma non riesco. Alcune volte, quando parla, mi dice che gli ricordo un suo parente.
Sono uguale a lui.
Spesso vive in spazi temporali sconosciuti per noi, presente e passato si mescolano. Immagini della memoria, più profonde, lo trasportano lontano.
A volte è irritabile, perché non trova il luogo in cui crede di essere. A volte è una medicina che lo stordisce. Una medicina che lo trasforma in silenzio. Occhi chiusi. Provi a chiamarlo, ma arrivano solo suoni sordi, senza tempo.
I sogni primordiali sono miei. O forse suoi. Non saprei.
Un limbo arcaico. Materia, spazio, tempo, anima e memoria sono imperfetti come la nostra vita.
Tutto si sostiene su una labile spirale di TEMPO IMPERFETTO.

A mio padre. A mia madre. A mia sorella.

Dati Tecnici. Tecnica: Foro stenopeico. Pellicola: Negativo B/N 135 Ilford 400 Stampe: IMAGO Sant’Arcangelo. Carta giclèe glossy