Aura – A Strange Weave of Space and Time

A Strange Weave of Space and Time – 2009-2013
The ‘Aura’, as defined by Walter Benjamin, is a natural process present in every one of us initiated when something affects us emotionally. Photography allows the photographer to convey the ‘Aura’ that he experiences at a given moment in time and in a specific location.
Through his work, ‘A strange weave of space and time’, Andrea Angelini engages us in his deep understanding of the processes of daily life. Through a series of photographic sequences, the ‘Aura’ that he experiences is broadened into an account marked by time, the meaning of which is found through the embodiment of a conscious photographic concept; as he explains:
“ A strange weave of space and time: the unique appearance or semblance of distance, however near it may be. To follow, while reclining on a summer’s noon, the outline of a mountain range on the horizon or a branch, which casts its shadow on the observer until the moment or the hour partakes of their presence – this is to breathe in the aura of these mountains, of this branch”, wrote Walter Benjamin around 80 years ago about the Aura.
“ Often, when I’m taking a photo of a specific weave of space and time, one image isn’t enough to convey the feeling of that place. My presence in every shot is essential and every meditative moment must be experienced properly. There is a right time for every sensation and/or experience, which is why I’ve decided to broaden my photographic memory as necessary. From one second to 50 years our memories follow different routes but still contain that Aura which many believe to be lost.”

For Andrea Angelini the creative process starts with a literary idea and becomes a photographic image through the internalization of a concept which brings his emotional relationship with reality to life. His temporal sequences, symbolically represented by a value gap occurring in that moment in time, expand on the concept of ‘Aura’ as defined by Benjamin, and introduces us to the intense mystery of time which encompasses even the small, simple history of humankind.


Un singolare intreccio di spazio e di tempo – 2009-2013
L’“Aura” definita da Walter Benjamin è un processo naturale presente in ognuno di noi quando proviamo un’emozione di fronte alla realtà. La fotografia consente al fotografo di comunicare l’Aura da lui sentita in un determinato momento guardando un certo luogo. Andrea Angelini con “Un singolare intreccio di spazio e di tempo“ ci coinvolge nei suoi processi di comprensione profonda delle realtà quotidiane. Con la tecnica della sequenza l’Aura da lui sentita viene dilatata in un racconto scandito dal tempo che trova il senso attraverso la formalizzazione di un consapevole concept fotografico, come egli stesso ci espone:
“Un singolare intreccio di spazio e di tempo: apparizione unica di una lontananza, per quanto possa essere vicina. Seguire placidamente in un mezzogiorno d’estate, una catena di monti all’orizzonte oppure un ramo che getta la sua ombra sull’osservatore, fino a quando l’attimo, o l’ora, partecipino della loro apparizione – tutto ciò significa respirare l’Aura di quei monti, di quel ramo”: così Walter Benjamin scriveva circa 80 anni fa in merito all’Aura.
Mi capita spesso che fotografando un determinato “intreccio di spazio e di tempo” non mi basta raccogliere una sola immagine per contenere le sensazioni di quel luogo. La mia presenza nello scatto è essenziale ed ogni momento di meditazione deve essere vissuto in modo appropriato. Ci sono i giusti tempi per ogni sensazione e/o esperienza per cui ho deciso di dilatare la mia memoria fotografica in base alle mie necessità. Da un secondo a 50 anni la memoria segue percorsi diversi ma contiene ancora quell’Aura che tanti giudicano persa.

Il processo creativo di Andrea Angelini inizia da un pensiero letterario e diventa immagine fotografica attraverso l’interiorizzazione del concetto che anima il suo sensibile rapporto con la realtà. Le sue sequenze temporali, rappresentando lo scarto di valore simbolico che avviene nell’attimo, amplificano il concetto di Aura definito da Benjamin e ci introducono nell’intenso mistero temporale che avvolge anche la piccola e semplice storia umana.

Critica di Silvano Bicocchi