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Come Bergotte – 2014
Come Bergotte
Un viaggio in Olanda, una visita al museo Mauritshuis di Den Haag per vedere “La ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer, e poi, di fronte al suo sguardo, vengo anch’io rapito dalla “Veduta di Delft” ……. “Come Bergotte“. Il quadro preferito di Proust. Di fronte ad esso Marcel Proust ha deciso di far morire il suo scrittore preferito: Bergotte.
Attraverso un piccolo lembo di muro giallo, in esso rappresentato, Bergotte sembra scoprire, prima di morire, il segreto dell’arte: “E’ così che avrei dovuto scrivere…I miei ultimi libri sono troppo secchi, avrei dovuto stendere più strati di colore, rendere la mia frase preziosa in sé, come quel piccolo lembo di muro giallo”.
Poche pagine che Proust ha voluto inserire, prima di morire, nelle sue “Recherche” che era da poco terminata. Forse, se riesco a comprendere il segreto che nasconde questa immagine, troverò la verità sullo sguardo puro! Scoprirò finalmente come comprendere il mondo delle immagini.
Quale visioni ha entusiasmato Bergotte-Proust? “Come Bergotte” devo trovarle e per farlo provo, anch’io, a seguire le tracce di Vermeer e di Proust. Tanti critici, artisti, filosofi hanno desiderato conoscere cosa si nasconde in quelle pagine e cosa mai Proust-Bergotte abbiano scoperto attraverso quel piccolo lembo di muro giallo (che tra l’altro risulta essere un tetto). Quale messaggio ci ha lasciare Proust da decifrare prima di morire? Mi faccio trasportare “Come Bergotte” nella ricerca di questo segreto.
Forse dovrei mettermi a terra per avere la visione di Bergotte prima di morire….. forse dovrei rendere il mio sguardo primitivo e togliere il giallo per apprezzare la sola forma in B/N della veduta ….. forse troverò la risposta nella Recherche e/o nei testi che l’hanno analizzata …… forse dovrei assaporare la veduta di Delft oggi …. trovare il luogo preciso in cui Vermeer ha trovato la sua veduta ….. oppure trovare a Delft un luogo simile che me lo faccia immaginare …. forse dovrei sovrapporre i colori del passato per scoprire il segreto della vera arte …… forse dovrei usare una camera con foro stenopeico per vedere come Vermeer usava fare…… forse dovrei provare a sovrapporre le immagini per vedere mischiare i colori …… mischiare il passato ed il presente per lasciarlo al futuro. Difficile scegliere tra tante immagini ……
Nel nostro tempo la magia dell’immagine è cambiata rispetto al ‘600. Ogni istante di vita è subissato da immagini in ogni direzione. Difficile poterle leggere e comprendere. Impossibile dominarle. Wim Wenders nel suo Lisbon Story ha provato a lasciarle vergini per non consumarle.
Colori, provocazioni, virtuosismi visivi….. diventa difficile comprendere e percepire le immagini ed i loro segreti. La superficie finale dell’immagine emerge come lo strato finale del colore giallo di Bergotte nascondendo così l’essenza delle maschere da lei velata. Impossibile isolarsi per decifrare il pensiero Proustiano del primo novecento oppure ancora peggio quello di fine seicento e le visioni interne alla camera obscura di Vermeer ….
Nessuno possiede la vera risposta a tutto questo! Non esiste una sola verità. Come Proust scriveva nel Tempo ritrovato: “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso.” Saper guardare il mondo dipende solo da come sappiamo guardare noi stessi. L’apparenza inganna, basta girare lo specchio e tutto si inverte pur sembrando uguale.
Alla fine, puoi vedere solo te stesso, oppure…… affinando lo sguardo puoi imparare a conoscere il mondo. Magia della camera obscura ma anche di quella chiara.
Spero un giorno, “Come Bergotte” di arrivare a capire questo segreto …. solo allora potrò dare una risposta alla domanda che si pone Proust a seguito della morte di Bergotte: “Era morto. Morto per sempre? Chi può dirlo?”